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Le Mie Donne: Giada e Lucette - 3


di Giangi57
18.08.2022    |    627    |    0 8.0
"Quando vi entrai per chiamarle, la signora Martini era ormai truccata; seduta davanti allo specchio la Brunelli si pettinava i lunghi capelli lisciandoli..."
Le Mie Donne: Giada e Lucette - 3


Ansimavo emettendo grida rauche contro il suo orecchio, sbavando sul suo collo, sentendo il godimento di Lucette imminente non volevo procrastinare il mio, la sostenni alle reni per meglio penetrarla, spingendola incontro al cazzo che come un ariete apriva l'ano della donna che ora urlava il suo piacere in un orgasmo i cui spasimi mi stringevano dentro di lei e al culmine del piacere venni in lunghi getti mentre con parole oscene ci incitavamo ancora:
- Ahhhh Lucette... prendi, prendi... oh li senti i miei schizzi? Ah sto venendo... sto venendo nel tuo culo... ahhh... ahhh... -
- Leo ... ohhh... si... jutte cheri, riempimi del tuo sperma... ahhh... godo... godo... mhhh... non credevo fosse così... bello! Ahhh... ahhh... oh cheri... cheri... -
Malgrado il nostro godimento stesse scemando continuai ad andare in lei finchè me lo permise la durezza del mio membro, lei continuò a mantenersi rilassata per lasciarlo scorrere poi l'adagiai su di me accarezzando il corpo che mi aveva dato così tanto piacere.

Bussarono, la porta si aprì e Giada entrò sorprendendoci ancora ansanti; la bella francese rotolò di fianco e scese dal letto per prendere l'asciugamano e detergersi fra le gambe. Sorrise timidamente all'amica.
- Entra, abbiamo finito. -
- Vi ho portato da bere, di la si sente tutto sapete? E' stato bello? - chiese.
Posò il vassoio con i bicchierini di un liquore bruno, mi sedetti sul bordo del letto e assaggiai il mio, era dolce ma non forte, Lucette dopo aver bevuto un sorso rispose:
- Si, bellissimo! Non credevo che Leo fosse così convincente. Sono pochi gli uomini con i quali é possibile trasgredire senza sentirsi una “putain”. -
La padrona di casa sorrise complice, sorseggiammo i nostri liquori in silenzio quindi prese i bicchierini e li posò insieme al vassoio sul tavolino, ci guardò.
- Abbiamo ancora mezz'ora buona... - sussurrò Giada .
- Allora cosa aspettiamo, vieni! - la invitò l'altra.
La mia amante guardò dubbiosa il mio pene che pendeva inerte.
- Non so se Leo ... - Lucette la interruppe.
- Per questo? Non c'é problema, stai a vedere! -
Prima che potessi rendermene conto, si era chinata sul mio ventre. Avrei voluto sottrarmi, almeno andarmi a lavare ma la francese non sembrò far caso al mio peduncolo bagnato, e avvicinato il viso, lo prese in bocca.
Dovrei dire che lo aspirò perché é proprio quello che fece, sì, lo aspirò risucchiandolo completamente in bocca, lo respinse risucchiandolo ancora e ancora come avrebbe fatto una bambine alle prese con un gelato. Il mio pene (non posso chiamare cazzo un salsicciotto molle) entrava tutto nella sua calda cavità, il naso contro la pelle del mio pube, lo suggeva accarezzandolo con la lingua; tentando senza riuscirci de prendere in bocca anche i miei testicoli.
Ero pieno di vergogna e allo stesso tempo di meraviglia per la libidine che mostrava la francese, mi accarezzava piano l'intero delle cosce, giocava con le mie palle poi le sue mani salirono al mio petto... Fu quando massaggiò i miei capezzoli, li pizzicò tirandoli che iniziò la mia erezione, ben presto le sue labbra non raggiunsero più il mio ventre, sentii il membro tendersi, indurirsi...
Continuò il suo bocchino finché non lo senti ben rigido, allora lo liberò e con un'espressione di trionfo lo esibì all'amica facendolo oscillare con la mano, picchiettando il suo viso con l'asta rigida (ora sì che era un cazzo!).
- Stenditi Giada , ora é pronto... - osservò sorridendo.
Appena la sua amica si fu allungata, Lucette le si rannicchiò accanto e chinandosi sul suo viso ne coprì la bocca con la sua. Giada divaricò le gambe, mi inginocchiai fra di esse sollevandole fino a porre il suo sedere sulle mie cosce, inclinai il membro, lo guidai fra le labbra della vulva già umida e lentamente entrai nel suo grembo.
Udii il lungo sospiro che emise nella bocca dell'altra, subito diedi inizio ad un coito lento come sapevo piaceva alla mia amante, avanti e indietro nella fica madida, guardando pieno di libidine il membro aprire quelle carni, affondare, riapparire avvolto dalle labbra brune come se queste lo volessero trattenere.
Lucette sollevata su un gomito accarezzava adagio il viso dell'amica saggiando a piccoli colpi della sua lingua le labbra socchiuse che lasciavano uscire flebili lamenti, poi scese a lambire il collo teso, si immerse fra i bei seni mentre le sue mani passavano sulle belle mammelle, riemerse per incappucciar il capezzolo già teso poi passò all'altro aspirandolo , picchiettando il duro bottoncino che fece vibrare.
Giada iniziò ad ondulare il bacino a sollevarlo per meglio sentire il membro nella fica bollente, era un lamento continuo quello che usciva dalle sue labbra, accelerai gradatamente i miei colpi estasiato dalla bellezza che la donna mostrava nel piacere e anche dalla sua lussuria allorquando spinse il capo della francese verso il suo ventre.
Ora i miei colpi facevano oscillare i bei seni, i capelli della francese solleticarono il mio ventre mentre si chinava sulla vulva dell'amica, sul membro in movimento, sentii il calore della sua lingua, Giada trasalì inarcandosi appena la calda appendice iniziò a massaggiare la sua clitoride.
Poi un lamento continuo si levò dalla sua gola, le sue mani si impossessarono dei suoi seni massaggiandoli brutalmente... Più che piacere era gioia quella che provavo vedendo il godimento della mia donna, piccole grida accompagnavano i miei colpi, il mio ventre picchiava la testa della francese mentre il membro affondava in una vagina scivolosa di umori.
- Ahhh... adesso.. . Adesso... -
Le strette che sentii attorno al pene mi dissero dell'orgasmo della signora Martini , accelerai i colpi picchiando brutalmente contro il capo di Lucette.
Mhhh... - faceva la francese nel suggere la cresta dell'altra, schlaff, schlaff, schlaff faceva il membro nella fica di Giada mentre schiacciavo i testicoli nelle chiappe aperte per farle sentire fino in fondo il mio cazzo. Le strette si susseguirono ininterrottamente, la donna urlò:
- Ah si... si... ah... Lucette, Leo ... godo... godo... ahh... ahh... ahhh! ! ! -
Preso da folle libidine penetrai violentemente la donna in orgasmo finché questa supplicò:
- Ah basta... basta... -
Lucette lasciò di leccare il sesso dell'amica e sollevò il viso al mio offrendomi le labbra umide, dandomi da lambire e suggere la lingua che aveva un sapore insolito, ci baciammo lascivamente mentre adagio scorrevo ancora nella vagina ormai sazia della padrona di casa che ora respirava affannosamente.
- Non hai goduto, lo so! - sussurrò Lucette baciandomi ancora.
Uscii dal grembo della donna che entrambe avevamo soddisfatto, questa si mise a sedere guardandoci curiosamente poi:
- Anche Lucette ha ancora voglia. - constatò
Guardai la francese, un lieve rossore colorava le sue guance, malgrado i ripetuti orgasmi non era sazia, sì, aveva voglia! La sua mano scese alla mia verga scivolando suadente sull'asta bagnata, chinò gli occhi guardando assorta il membro che accarezzava.
- Sì, lo voglio... prendimi come... vuoi tu! - sussurrò quasi vergognandosi.
Esultai, le sue parole dicevano la completa sottomissione della francese alle mie voglie che poi sapevo essere le sue. Accostai le labbra al suo orecchio:
- Lo vuoi nel culo? - chiesi perfidamente, anche la mia amante udì la mia domanda.
- Sì... - rispose arrossendo.
Si lasciò guidare passivamente mettendosi ginocchioni, spinsi sul suo capo facendola chinare, Giada nuovamente eccitata seguiva i preparativi, mi vide premere sulle reni della francese facendole abbassare per protendere il deretano, divaricare le sue gambe, inginocchiarmi fra di esse poggiando il membro nel solco delle belle natiche.
Com'era duro il mio cazzo! E come desideravo il culo che la donna mi stava offrendo trattenendo il fiato. Arretrai le reni passando il glande nella ferita aperta della vulva per impregnarlo dei sui succhi, guidandolo poi nell'avvallamento bruciante dell'ano che spalmai rudemente prima di puntarlo.
- Ohhh... - fece Lucette quando cominciai a premere.
- Ah siiiììì... esclamò con un sospiro di sollievo sentendo la verga avanzare lentamente e inesorabilmente allargandole l'ano con una facilità che la sorprese. Mosse languidamente il sedere spingendo anch'essa incontro al membro che lentamente affondava, Lo premetti fino in fondo protendendo le reni fino a schiacciare i testicoli sulla sommità della vulva bagnata e morbida, le cosce contro le sue natiche, il membro nel calore delle sue interiora. Solo allora Lucette contrasse l'ano trattenendomi dentro ma continuando a ondulare languidamente il bacino per sentire l'asta oscillare dentro di lei.
- Mhhh... Giada cara... sapessi com'é bello! - sospirò.
- Lo so cara... lo so! -
Si avvicinò ginocchioni passando la mano sulla schiena della donna prona seguendo la curva sinuosa delle reni abbassate, risalendo le belle natiche, sollevandosi, appoggiandosi al deretano dell'amica, aprendone i glutei con le mani per guardare.
Quella volta la signora Martini mi sorprese veramente per la completa assenza di pudore, la totale assenza di inibizioni, e cosa insolita per lei, per la libidine che dimostrava, arretrai lentamente... Vide il membro uscire, l'ano dell'amica protendersi lievemente trascinato dalla verga, allargarsi ancora al passaggio del colletto del glande, ritirarsi richiudendosi, aprirsi nuovamente quando lentamente lo feci affondare
- Ahhhh... - esclamò la francese sentendosi nuovamente riempita.
Giada mantenne le natiche aperte mentre con lunghi colpi scorrevo nei glutei della sua amica, il busto all'indietro, protendendo e arretrando le reni per permette alla mia donna di non perdere nulla della penetrazione, oscena per chiunque ma non per lei, perché allungò la lingua lambendo l'inizio del solco, scendendo poi, saettando la rosea appendice lungo l'avallamento profondo dei glutei, fermandosi solo quando il suo capo toccava il mio ventre venendone respinto prima che riuscisse a raggiungere l'orifizio nel quale scorreva il mio cazzo.
- Ahhh... - faceva la francese ogni volta che il membro entrava, sculettava per meglio sentirne la dura presenza, sospirava quando lo ritiravo, si lamentava quando lo sentiva affondare:
- Ahhh... - e ancora:
- Ahhh... - ancora:
- Ahhh... -
Ero arrapatissimo, già il piacere saliva dal pene così sollecitato e si diffondeva in lente ondate nel mio corpo ma la vista della mia donna china sulle rotondità dell’amica acuì talmente la mia libidine che osai estrarre il pene dal bel culo e offrirlo alle sua bocca.
Doveva essere tanta la lussuria che l'insolito coito metteva nel corpo della signora Martini perché non lo rifiutò ma aprì la bocca lasciandolo entrare, lo accarezzò muovendo il capo, lo succhiò per afferrarlo poi e puntarlo nuovamente nell’ano ancora aperto della francese.
- Ahhh... così... così... mhhh n'arréte pas... oh ancore! -
La penetravo lentamente gustando la stretta dell'anello di carne che accarezzava l'intera mia verga e il calore delle sue interiora che cercavo affondando con lunghi sospiri, schiacciando il bassoventre contro i tondi emisferi per darglielo fino in fondo il mio cazzo. Ma doveva essere tanta la voglia che il nostro accoppiamento aveva suscitato nella signora Martini perché si allungò accanto all'amica e insinuò la testa sotto il suo ventre spingendo col bacino contro le sue braccia.
Questa raccolse l'invito, sollevando il busto l'attirò sotto di se abbracciando le cosce che questa aveva aperto e sollevato. Ora udivo anche i suoi sospiri, vedevo il capo di Lucette muoversi nel ventre dell'altra, indovinavo la bocca avida sul sesso voglioso...
- Ah é bello... bello... -
La signora Martini esprimeva la sua meraviglia nel vedere il mio cazzo scomparire inghiottita dall'ano dell'amica come da una bocca, riapparire, scomparire nuovamente. Quando mi ritiravo potevo vedere gli occhi della mia donna seguire i movimenti del membro nei glutei aperti sopra di se, anche la fica guardava e i testicoli che il continuo premere nel bel taglio aveva bagnato. Quando finalmente abbracciò l'altra alla vita per sollevare il viso, Lucette fece udire un gridolino di gioia
- Giada cara... mhhh... si... si... piano ti prego... piano... Ahhh... -
Era contro la fronte di Giada che ora la mia verga strisciava entrando nelle natiche della francese, l'immaginare la sua lingua nelle carni dell'altra mi mise il fuoco addosso facendomi accelerare i colpi. Formavamo un trio osceno, grida di gioiosa eccitazione si levavano dalle donne follemente abbracciate, le bocche premute nei sessi aperti, le lingue saettanti nelle carni madide, dandosi piacere, cercando il piacere...
Anch'io cercavo il mio piacere affondando con colpi divenuti rapidi nel culo della francese, guardando in estasi le belle natiche tremolare ad ogni mio colpo, mischiando le mie grida di esultanza ai lamenti delle donne che ora baciavano golosamente l'una la vulva dell'altra, lambendo avidamente i loro succhi in un crescendo di grida, di lamenti ai quali anch'io partecipavo.
Le grida di Lucette soverchiavano le nostre per le sensazioni che le dava il cazzo che scorreva nelle sue natiche mantenute aperte dall’amica, ma fu Giada questa volta a salire per prima l'ultimo gradino del piacere. Le sue cosce si chiusero spasmodicamente nel tentativo di sfuggire alla bocca dell'altra poi si riaprirono, si spalancarono e... venne sollevando e abbassando il bacino abbandonandosi alla lingua che andava velocemente percorrendo la sua fica alla clitoride che torturava dolcemente finché il suo piacere sgorgò nella bocca della francese.
Giada benché sazia volle ricambiare il piacere ricevuto, schiacciò la bocca alla vulva dell'altra muovendo la lingua fra le labbra sottili, Lucette abbassò le reni e sollevò la groppa e assecondando le spinte che cacciavano il mio cazzo nel suo culo si mosse strusciando l'intera fica sulla bocca dell’altra gridando la sua gioia per il massaggio che riceveva nell'ano divenuto sensibilissimo.
- Ahhh... cosi... mhhh... amore leccami, leccami... Oh... mi piace la lingua... che batte nella mia passera... il cazzo che mi riempie il culo! Ahhh... Leo ... oh inculami... si dai... inculami forte... mhhh... oui... comme ça... comme ça... -
Gli spasimi iniziarono in lei costringendomi a forzarla per cercare il godimento ormai vicino, le urla di Lucette si mescolavano ai suoi lamenti di piacere, stava per venire, lo sentivo dalle contrazioni che si susseguivano ininterrotte, io sordo al dolore che le procuravo mi accanivo nei glutei doloranti finché la donna sollevò il capo:
- Giada... lasciami, sto... godendo! - e voltando il capo verso di me:
- Ohhh dai Leo ... oh godi con me... fammi sentire come schizzi! Oh cheri, jutte... oui, dans mes fesses... dans mon cul... ahhh... ahhh... ahhh... -
Un'altra contrazione mi costrinse a fermarmi col membro imprigionato nel sedere contratto, poi l'ano si rilassò. Avrei voluto riportare fedelmente le esclamazioni che la bella emetteva nel culmine del suo piacere, ma é impossibile descrivere come la sua voce si levava alta, modulata, sofferente e gioiosa allo stesso tempo mentre muovendo le reni imprimeva a tutto il corpo lunghe onde sinuose che partendo dal capo facevano flettere la sua schiena, le sue reni sollevando ed abbassando le stupende rotondità dove con rauche grida di esultanza immergevo il pene spingendolo brutalmente fino in fondo, fino in fondo...
- Lucette... ah Lucette... mhh adesso... oh prendi... prendi... ahh ! ! !
- Sì... oh dai... dai... mhhh ! ! ! -
Il primo spasimo mi costrinse a fermarmi immerso nel bel culo, poi mentre altri si susseguivano ripresi a muovermi eiaculando in lunghi getti accolti dalle grida eccitate dalla bella che nel sentirsi irrorata, con ondulazioni lente massaggiava il membro aiutando il mio godimento con sapienti contrazioni dei muscoli anali di cui non l'avrei creduta capace ma che mi spremettero fino all'ultima goccia, finché mi abbattei sulla sua schiena soffiando come un mantice.
La signora Martini che era scivolata da sotto la francese si era allontanata lasciandoci assaporare il nostro godimento. Udimmo lo scorrere dell'acqua mentre ci alzavamo; ci avviammo abbracciati come degli innamorati raggiungendola sotto la doccia.
Ci lavammo in silenzio da principio, Giada si vergognava di essersi lasciata andare davanti alla sua amica, sembrava assorta nelle sue abluzioni. Io non dicevo nulla ma dentro di me esultavo per essere stato più di una volta l'artefice del piacere delle due signore. Lucette sorridendo si offrì di lavarmi il pene, lo fece con delicatezza poi con una punta di perfidia me lo accarezzò guardando maliziosamente la padrona di casa.
Lo fece talmente bene che con mia sorpresa me lo fece indurire, poi lo mostrò trionfante all'amica che sgranò gli occhi.
- Ancora? Ti rendi conto Lucette... é talmente giovane Leo , non gli farà male? E tu, non ne hai avuto abbastanza? Hai gli occhi segnati, vuoi esaurirti? -
Lucette non rispose, mi mise la saponetta in mano e si voltò. Insaponai la sua schiena, la mirabile caduta delle sue reni, la groppa prominente insinuando la mano insaponata fra le natiche, sù fino al bottoncino caldo dell'ano, si girò divaricando le gambe per lasciarmi insaponare l'interno delle cosce, la morbida vulva...
Il mio membro era teso, rigido, pulsante, la mia mano non si stancava di passare nella biforcazione delle lunghe gambe, le dita nel taglio della fica nuovamente vogliosa coprendo il suo bassoventre di una schiuma divenuta densa, cremosa. Mi fermò quando allungai una mano per aprire il rubinetto.
- No, aspetta . . - e rivolta all'amica:
- Ancora una volta sola Giada , vuoi? - chiese.
No... credo che per oggi ne ho avuto abbastanza. -

Uscì e asciugandosi lentamente si sedette sulla panca lasciando il lembo che circondava il bacino della doccia socchiuso. Non so se lo avesse fatto intenzionalmente, certo é che poteva vedere tutto, mi vide arretrare contro il muro, abbracciare alla vita l'amica che si era avvicinata fino a premere i seni contro il mio petto...
- E tu vuoi? - chiese scostandosi per guardare il pene rigido.
- Certo che vuoi, sei come me, ci vuole poco a metterti voglia vero? - sussurrò schiacciando il suo ventre contro il mio.
- Con te é facile avere voglia! - risposi mordicchiandole l'orecchio.
Le mie dita scesero nel solco dei suoi glutei, giù lungo il taglio della fica, poi la mano percorse l'interno di una delle sue cosce, la tirò per sollevarla. Lucette alzò alta la gamba poggiando il piede contro il tratto di muro dove iniziava il nylon ora socchiuso, mi puntellai con le spalle e guidai il membro fra le sue cosce e con un colpo di reni entrai in lei facendola gemere:
- Achhhh... - il tenere fra le braccia quel corpo pieno, caldo, fremente per il desiderio di piacere che l'aveva spinta a voler ancora l'amplesso mi inorgogliva non poco. Mi sentivo potente, in quei momenti era come se la forza che induriva il mio pene fosse inesauribile, potevo soddisfare qualsiasi donna! Non una ma dieci volte, anche più se potevo scopare dominando la mia emozione.
Ma che sciocchezza mi veniva in mente, era lei Lucette che mi stava dominando se bastavano poche carezze per avermi pronto alle sue voglie e mentre il tempo che le occorreva per giungere all'orgasmo si allungava ogni volta poteva gustare sempre più il piacere che le dava il suo sesso, mentre io...
Il calore che trovavo nel suo grembo lo cercavo con movimenti lenti delle reni che mi permettevano di sentire attorno alla mia verga la morbidezza nella quale scorrevo, era dolce la sua fica, di una dolcezza che potevo comparare soltanto con le labbra delle donne che mi avevano onorato con la loro bocca: Teresa, Nora, Giada avevano labbra soavi come la fica di Lucette, ricordavo anche le sue di labbra quando aveva voluto far indurire il mio cazzo per offrirlo all'amica...
Persino i succhi della sua vagina mi ricordavano una bocca salivante e come una bocca che mi succhiava erano le strette che sapeva imprimere! Lucette sospirava con fievoli lamenti mentre io rantolavo estasiato per il corpo che strusciava contro il mio, per i seni sodi contro il mio petto, per i capezzoli turgidi, graffianti...
Non dicemmo nulla durante tutto il coito che fu lungo e appagante per entrambi, era con gioia immensa che mi immergevo nel suo ventre sollevandola quasi ad ogni colpo delle mie reni per sentirla fremere, ondulare... Fu per caso che gettai lo sguardo oltre la tenda, gli occhi della signora Martini erano fissi sulla gamba sollevata della francese, sul membro che appariva e scompariva nel cespuglio nero coperto di schiuma saponosa che aveva fra le cosce. Come ipnotizzata si stava asciugando fra le gambe, ad un tratto l'asciugamano cadde.
Giada sembrò non accorgersene ma continuò a passare le mani fra le cosce, sentendo la morbidezza della sua vulva aprì le gambe poi le dita di una mano allargarono le labbra spesse della sua fica mettendo a nudo il taglio lungo e le labbra sottili e aperte come quelle di una bocca. Fu lì che le dita dell'altra sua mano passavano leggere seguendone il contorno, su, fino alla cresta della clitoride e con moto circolare proseguìva nel massaggio ritornando sempre alla clitoride divenuta tanto sensibile da farla sospirare.
Era la priva volta che vedevo una donna masturbarsi, lo spettacolo che offrivamo doveva essere ben conturbante se il suo desiderio si era rinnovato in modo tanto prepotente. Le dita non si stancavano di passare nella fica che i peli ancora bagnati mostravano interamente mentre ora si malmenava brutalmente, la testa rovesciata, gli occhi fissi sulla coppia in copula, sull'amica abbracciata al suo amante.
Non avevo mai visto nulla di simile ed ero io a provocare nella donna un tale scompiglio! Ora la mano che prima manteneva la vulva aperta si era portata sui seni e se li schiacciava, se li plasmava sollevandoli per cercare di raggiungere con la lingua tesa i capezzoli, e ci riusciva Giada , se li lambiva senza staccare gli occhi dalla curva che faceva la coscia sollevata dell'amica con il sedere sotto il quale il mio cazzo appariva e scompariva.
Un lamento continuo usciva dalla gola della francese modulato dagli affondi che la facevano vacillare. Fu un piacere continuo il nostro, che saliva lentamente a causa degli umori che bagnavano il mio membro e per la schiuma cremosa che le mie carezze avevano spalmato sulla fica in calore.
Lucette fremeva, rantolava salivando nella mia bocca, ad un tratto le sue ginocchia si piegarono, il piede poggiato contro il muro scivolò facendomi vacillare, agganciai la gamba alla piega del ginocchio mantenendola sollevata mentre puntellato con la schiena continuavo a far scorrere il membro con lunghi colpi di reni che facevano urtare i nostri pelvi facendola sussultare, portandola a poco a poco così vicina all'orgasmo che i suoi gemiti si trasformarono in piccole grida di incitamento mentre le sue unghie si piantavano nella mia schiena. Mi fermai, stavo per venire!
- Uhhhhh! ! ! - la bocca aperta sulla mia mi supplicava di finirla, di completare il suo piacere! Il suo corpo si fece tanto pesante che dovetti sostenerla, le mani aggrappate sotto il suo sedere mentre con lunghi colpi immergevo il membro fino in fondo sollevandola, facendo strisciare i suoi seni contro il mio petto...
- Ahhh... ahhh... ahhh... - ora le mie grida si sovrapponevano alle sue, stavo raggiungendo anch'io il culmine del piacere, rallentai i miei colpi ma mi protendevo tutto per immergere fino in fondo il cazzo, per sentire il glande urtare l'inizio del suo utero e... gli occhi fissi sulla donna seduta fuori, sulla fica che ora si penetrava furiosamente, sentii le strette della vagina di Lucette susseguirsi poi l'urlo prolungato nella mia bocca.
Ancora un colpo di reni, poi un'altro e... venni insieme a lei in un delirio di sensazioni mentre il membro sussultando si scaricava mischiando il mio sperma ai fiotti del suo piacere. Rimasi a lungo in lei esausto, soffiando come al termine di una corsa; Lucette si stava riprendendo, chinò il capo quando la scostai per guardarla in viso. La sostenni ancora per qualche secondo, finché lei sollevò il viso e mi sorrise timidamente.
- Grazie. - disse.
- Sono io che ti ringrazio per questi momenti. Sei stanca? -
- Si ma... sono felice, grazie a te... -
Aprii l'acqua, ci sciacquammo silenziosamente e usciti dalla doccia ci asciugammo senza dire nulla. Giada era scomparsa, mi chiesi se si era accorta che ero stato testimone di quel suo momento di debolezza, la ritrovammo in sala parzialmente vestita. Alla nostra comparsa ci porse silenziosamente i vestiti.
Su richiesta della padrona di casa preparai il caffè mentre le signore ormai vestite erano ritornate in camera da letto per completare la loro toilette. Quando vi entrai per chiamarle, la signora Martini era ormai truccata; seduta davanti allo specchio la Brunelli si pettinava i lunghi capelli lisciandoli accuratamente con la spazzola per poi raccoglierli con cura sopra il capo assumendo quell'aria austera e sostenuta che al principio mi aveva messo soggezione.
La padrona di casa terminò di aiutare l'amica fissando i capelli con pettinini che celava sapientemente nella folta chioma, tornammo in salotto dove la nostra ospite versò la nera bevanda nelle tazzine. Il loro modo garbato, i gesti misurati che avevano, mi ricordarono che avevo di fronte due signore e che io rappresentavo soltanto un piacevole passatempo adatto a colmare la loro solitudine e null'altro.
Sorrisi amaramente dentro di me, ero il maschio di cui avevano bisogno in quel momento, lo aveva dichiarato apertamente la francese e la signora Martini anche se non lo diceva mi usava, e anche Nora che mi divideva con la madre mi usava per tenere sulle corde il fidanzato, per concedersi a lui saltuariamente mentre con me poteva dare libero sfogo alla sua prorompente sessualità.
-... adesso sai tutto! - concluse la signora Brunelli.
Mi scossi, non avevo ascoltato, troppo immerso nei miei pensieri per seguire il cicaleccio delle due dame.
- Scusate, dicevate? - chiesi incuriosito, Lucette posò la tazzina e sorrise:
- Parlavamo di te, sei molto bravo sai... Dicevo che era da parecchio che un uomo non mi soddisfava pienamente come te, solo Andy, ma da allora... Oggi per la prima volta mi sento completamente ‘appaisèe’, appagata, sazia... Mi ci vuole parecchi 'contatti' prima di esserlo e l'ultimo, nella doccia mi ha finalmente esaurita e mi chiedevo se tu... -
- Si? - chiesi, fu la signora Martini a lanciare la proposta:
- Se vuoi possiamo trovarci ancora tutti e tre, ogni tanto... vuoi? -
Non chiedevo di meglio e anche se ero esausto, il pensiero di incontrarmi ancora con la francese prometteva dei momenti molto piacevoli, e a diciotto anni...
- Si, quando volete! - risposi con slancio.
- Non troppo sovente, quando Nora non rischia di disturbarci ma... ora che è fidanzata credo che riceva parecchi inviti da parte della famiglia di lui. -
La signora Martini era arrossita nel dirlo, anche a lei doveva sorridere il pensiero di trovarsi in intimità con l'amica ora che aveva scoperto le gioie che poteva darle un altro corpo femminile.
Scesi con loro e le accompagnai per un tratto poi le salutai rispettosamente come si addice ad un giovanotto per bene quando si accomiata da due signore. Le guardai allontanarsi eleganti e belle con un moto di orgoglio: erano state mie, nude fra le mie braccia e lo sarebbero state ancora!
Per parecchi mesi continuai ad incontrarmi ogni mercoledì con la signora Martini , incontri più pacati di quelli che erano preceduti, alternando i contatti carnali con piacevoli conversazioni, la signora non si vergognava di parlare del marito lontano lasciando intendere il bene che nutriva per lui, della beneficenza che faceva col gruppo di signore della parrocchia, della figlia, raccomandandomi di non essere troppo irruente con lei, di tener conto che era giovane e fidanzata.
Il sabato pomeriggio era con Nora che mi intrattenevo con la benedizione della genitrice. La ragazza non seppe mai di Lucette anche se la conosceva, i nostri incontri erano caratterizzati dalla più completa assenza dei timori e delle inibizioni come si addice agli incontri di due giovani amanti.
La signora Martini aveva ragione, la fanciulla era sovente invitata a pranzo dal fidanzato e sapendo che poteva trovarmi a casa con la madre in sua assenza, ebbe sempre la delicatezza di non rientrare che molto tardi non sospettando mai che la madre oltre che con me si intratteneva con l'amica francese in un trio che avrebbe shoccato anche una ragazza moderna come lei.
Ed era proprio quando la signora Brunelli ci allietava con la sua presenza che Giada subiva una trasformazione, assecondando l'amica in tutti i suoi desideri, lasciandoci soli per permetterle di dar sfogo alla sua straripante sessualità.
Avevo imparato a conoscere la bella francese coi suoi orgasmi che si susseguivano rendendola più esigente man mano che il tempo che impiegava a raggiungere il piacere si allungava mettendo a dura prova la mia resistenza.
Le due donne erano pienamente soddisfatte delle mie prestazioni, talmente che un giorno vollero sdebitarsi con un regalo: Un motorino nuovo fiammante accompagnato da un biglietto che diceva: ' A Leo con gratitudine. G. e L. '
Subito fui sul punto di rifiutare il dono ma poi l'accettai anche se mi faceva sembrare un gigolò, un prostituto. Non dissi mai a nessuno la provenienza del mezzo.


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